Il corso di Cybersecurity si propone di impartire i principi fondamentali dell’hacking, inteso come pratica finalizzata al bene. Ma perché scegliere il termine “hacking”?
“Hacking” implica l’arte di esplorare, di tentare di far eseguire ai computer operazioni non originariamente previste. Sebbene questa definizione sia neutra, quando associata a intenti malevoli diventa ovviamente negativa. In sostanza, padroneggiare l’hacking informatico significa avere la capacità di manipolare i sistemi informatici per ottenere i risultati desiderati, nonché di identificare e proteggere da chi tenta di farlo.
Perché introdurre la sicurezza informatica anche ai giovani?
Perché la Cybersecurity può essere considerata una sorta di gioco, una sfida avvincente e stimolante.
Cosa si studia nel corso?
Partiamo dall’essenza della Cybersecurity e dell’hacking, superando le rappresentazioni mediatiche. Analizziamo l’importanza delle sfide della sicurezza informatica nel contesto reale, con esempi pratici che vanno oltre gli esercizi in classe. Concentreremo gli sforzi nell’apprendimento attraverso sfide concrete.
Nel mondo della Cybersecurity, esiste una competizione informatica chiamata “capture the flag”, simile alle sfide che affronteremo in aula per spiegare agli studenti come manipolare e violare sistemi informatici basilari. Questo richiederà una base di programmazione in Python e un’analisi delle vulnerabilità più comuni nelle applicazioni web, con cui interagiamo quotidianamente.
All’interno del corso, affronteremo anche in modo semplificato il funzionamento della crittografia e i metodi per proteggere le informazioni.
Struttura del corso:
Le lezioni mattutine includono brevi introduzioni di matematica, integrate da esempi pratici per chiarire i concetti. Nel pomeriggio, dopo una breve lezione frontale, ci dedicheremo a esperienze pratiche “hands on”. Essenziale per comprendere la Cybersecurity è l’esperienza pratica dell’hacking: per farlo, occorre mettere le mani sulla tastiera.